Se c’è un formato napoletano per eccellenza, quello è il Pacchero. Napoletano e popolano: nasce come formato di pasta povero capace di trattenere i sughi fino all’ultima goccia, anche quando nel piatto c’era ben poco sugo da trattenere.
Il suo nome deriva da paccaria, in napoletano, “schiaffeggiare”: ciò è dovuto probabilmente al suono che emette tuffandosi nel sugo. E ancora di più dall’effetto che fa: già dal primo morso c’è da rimanere colpiti, storditi, stesi. Basta un solo assaggio e ti fa partire ‘e capa.
Non c’è cottura o preparazione che tengano davanti a un Pacchero Voiello, tenace e rude com’è. Rimane sempre forte e corposo anche quando viene preparato ripieno o fatto prigioniero in un timballo di pasta al forno.
È tosto ma è anche capace d’amare. I sughi liquidi e cremosi in particolar modo. Questo tipo di pasta, con la sua forma morbida e la sua sfoglia liscia e porosa, ti inganna accarezzandoti il palato, mentre usa le sue pieghe sinuose per nasconderti gli ingredienti e tutto o’ piacere di una pasta come Napoli comanda.
Con il Pacchero Voiello, e l’anima di Grano 100% italiano, non c’è una ricetta giusta o sbagliata.