Napoli terra del cuore.
Dimora di contrasti germogliati dai sassi e dal mare.
Fuoco, acqua e sale, territorio ideale per il ribollire di passioni forti e vere, muscolari. Una fame di vita che scorre tra i vicoli e riempie le case, un assedio costante dove il richiamo dei piaceri e dei sensi non dà tregua.
Lo spirito di Napoli non si racconta. Si vive.
Come fa Voiello con la sua pasta.
Invitante nelle forme e tenace nel trattenere a sé i condimenti.
Pronta a sedurvi con tutta l’intensità di cui è capace, solo per il gusto di lasciare dietro di sé ancora più desiderio.
Semplicemente perché è fatta come Napoli comanda.
LA PASTA COME
NAPOLI COMANDA
La nostra storia
Paese che vai, passione che trovi.
Tutto ebbe inizio a Torre Annunziata, una città piena di pasta stesa al sole ad asciugare. August Vanvittel, ingegnere di origini svizzere, arrivò in Campania nel 1839 per prendere parte alla costruzione della ferrovia Napoli – Portici.
Ed è proprio qui che scoprì l’arte bianca e il grande amore della sua vita: si innamorò di Rosetta Inzerillo, figlia di un piccolo pastaio della zona e con lei iniziò a occuparsi della gestione del piccolo negozio del suocero.
Nel 1861 – con l’annessione di Napoli al Piemonte e con la nascita del Regno d’Italia – la famiglia Vanvittel decise di modificare il suo cognome in Voiello.
Giovanni Voiello, a capa tosta.
Fu il nipote Giovanni a fondare nel 1879 l’Antico Pastificio Giovanni Voiello in un vasto terreno in Contrada Maresca. All’inizio del ‘900, Voiello conquistò i palati dell’aristocrazia napoletana e si diffuse in tutta Italia, raggiungendo numeri record. Anche se lo stabilimento fu gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale, la famiglia si dimostrò tenace come la pasta che continuò a produrre. E infatti, proprio nell’immediato dopoguerra, vide la luce un nuovo stabilimento d’avanguardia.
C’era una volta e c’è ancora.
Nel 1973, mentre la crisi economica colpiva l’Italia, Barilla decise di rilevare le quote societarie di Voiello e ne subentrò nella gestione, sempre rispettando l’autonomia e l’indipendenza dei processi produttivi che avevano sempre garantito un prodotto di qualità. È grazie all’intervento di un’azienda emiliana che, ancora oggi, possiamo godere di un piatto di pasta come Napoli comanda.
I fanatici del grano.
La ricerca del miglior grano per produrre pasta è stato sempre un chiodo fisso per Voiello. Già nel 1892, Giovanni Voiello va a pescare il grano in Ucraina: identifica nel grano Taganrog la varietà ideale per produrre pasta sorprendentemente tenace. Nel 1917, la Rivoluzione d’Ottobre porta alla scomparsa del Taganrong, ma Giovanni Voiello non si perde d’animo e passa ai grani pugliesi Cappelli e Sangolla, selezionando personalmente i migliori grani dei coltivatori.
Poi, nel 2013 Voiello ha voluto strafare: per la sua produzione ha scelto solo grano Aureo 100% italiano, un grano di altissima qualità coltivato nelle regioni del Sud Italia.
Il primo motivo per cui la pasta Voiello è buona assaje.