Se la Mafalda prende il suo nome dalla principessa più amata d’Italia, un motivo c’è. Un motivo ornamentale, per la precisione. Quell’arricciatura che segna i bordi della Mafalda come una trina elegante e delicata.
Qualcosa che a Napoli sappiamo bene come si fa, perché qui dal 1500 le merlettaie non hanno mai smesso di far volare le dita sul tombolo a un ritmo indiavolato. Una tarantella scandita dal rumore dei fuselli di legno ed eseguita da mani sapienti.
Come sapienti sono le mani dei pastai napoletani che per primi hanno inventato le Fettuccine Ricce o Reginette. Che la Mafalda fosse un’autentica regina della tavola partenopea, infatti, era chiaro già da allora. Quando ancora questo piccolo grande formato non aveva un nome da principessa.
La Mafalda Voiello, poi, di principesco non ha certo solo il nome. Fatta di Grano 100% italiano, dimostra resistendo eccezionalmente alla cottura il suo carattere deciso. Senti quanto è buona con zucca, menta e pecorino.